Le sanzioni pecuniarie passano da un minimo di 400 euro a un massimo di 3000 euro, senza escludere l’arresto: ecco che cosa comportano le violazioni al decreto Io resto a casa del governo.
Dopo che l’intero territorio italiano è diventato zona protetta, il governo ha stilato un vademecum che illustra cos’è possibile fare e cosa no, durante l’emergenza COVID-19, pena sanzioni e anche il carcere. Le revisioni a regole e sanzioni si sommano dichiarazione dopo dichiarazione, per cercare proteggere il popolo italiano e fermare i molti che ancora cercano di aggirare il sistema.
La conferenza stampa tenuta dal premier martedì 24 marzo 2020 annuncia: multa da 400 a 3000 euro, senza dimenticare l’arresto fino a tre mesi per chi non rispetta le regole (come uscire dal territorio per motivi non legati a lavoro, sussistenza o esigenze sanitarie).
Più severi ancora saranno i provvedimenti contro chi, se infetto, dovesse fuggire dalla quarantena o non dichiarasse di essere contagiato.
Coronavirus: la violazione del decreto cosa comporta?
Secondo il decreto Io resto a casa emanato dal governo gli spostamenti sono consentiti solamente per: esigenze lavorative, sanitarie o di sussistenza. Per poter dimostrare una di queste tre ragioni è necessario essere muniti di autocertificazione precompilata, da presentare durante i controlli.
Chiariamo subito un punto fondamentale: la violazione delle disposizioni governative è un reato penale. L’ordinanza del Viminale fa chiaro riferimento all‘articolo 650 del Codice Penale, la norma che regola le pene previste per l’inosservanza di provvedimenti presi dalle autorità competenti. Chiunque andasse contro a quanto disposto dal decreto Io resto a casa, e non fosse provvisto di autocertificazione, rischia una maxi multa da 400 a 3 mila euro e fino a 3 mesi di reclusione. Queste sono le nuove disposizione annunciate in una conferenza stampa in diretta del premier Giuseppe Conte in data 24 marzo 2020.
L’autocertificazione, però, non deve essere vista come un lasciapassare che ci permette di andare ovunque. Chiariamo che, chiunque la compilasse sostenendo di doverlo fare per emergenze o esigenze lavorative, ma dichiarasse il falso, automaticamente verrebbe, dopo i dovuti controlli, accusato di falsa attestazione ad un pubblico ufficiale. In questo caso è previsto l’arresto immediato e la precedibilità d’ufficio.
Quarantena da coronavirus: le sanzioni per chi la infrange
Chi presenta i sintomi associati al virus tra cui: tosse, raffreddore, febbre oltre i 37,5°C, deve tassativamente autoisolarsi e segnalarlo al proprio medico curante o all’ASL di riferimento.
Chiunque non lo facesse e si spostasse, non solo viola i provvedimenti delle autorità , ma rischia anche un processo penale per lesioni o tentate lesioni volontarie. Questo comportamento è punibile dai 3 ai 12 anni di reclusione.
Se la persona in questione contagiasse una persona malata o immunodepressa, e questo ne provocasse la morte, gli anni di reclusione aumenterebbero fino a 21. Il reato imputabile, in questo caso potrebbe essere omicidio doloso. Toccano le stesse sorti a chi sospetta di essere contagiato e non lo dichiara.
Fuggire dalla quarantena in caso di infezione da COVID-19 conclamata, prevede l’ipotesi di reato molto grave: delitto colposo contro la salute pubblica. In questo caso si fa appello al codice 452 del Codice Penale che prevede dai 6 mesi ai 3 anni di reclusione.